Scritto da: Dott.ssa Vanda Druetta
La parola psicodramma , fin da quando J.Moreno l'ha coniata , ha attraversato campi conoscitivi differenti, sviluppando fenomeni originali e variegati che in varia misura hanno fatto ampliare la dimensione storico-culturale del termine.
L'etimologia ci rimanda a psiche, che originariamente indicava l'anima, e a drama: azione, movimento. Nella sua comprensione più diffusa esso evoca suggestioni di incontri dove agiscono temi umani carichi di emozioni e di affetti in forme, a volte, intense ed esagerate.
La dimensione evocativa, accompagnata al fatto che le esperienze di Moreno si sono diffuse in America e in Europa prima della loro sistemazione teorica, giustifica l'ampio diffondersi in contesti che esulano dal clinico, del termine psicodramma e delle suggestioni che esso attiva.
Anche all'interno della comunità scientifica che si occupa dello sviluppo psicologico dell'uomo il termine psicodramma ha avuto differenti sviluppi e campi di applicazione operando sintesi con variegate teorie psicoanalitiche , pedagogiche, sociologiche, filosofiche.
Nella mia esperienza, inizialmente di paziente, poi di terapeuta clinica e di didatta, lo psicodramma si è incrociato con molteplici esperienze teoriche e pratiche mie, dei pazienti con cui ho condiviso i percorsi e di colleghi impegnati a sviluppare modelli clinici affini o no. E più in generale del sapere scientifico sulla clinica, superando gli iniziali aspetti spontaneisti per avviarsi verso un modello strutturato e confrontabile.